Perso anche l'ultimo treno, Triestina vicinissima alla C
27 Marzo 2011
di vicedirettore
TRIESTINA 2
FROSINONE 2
MARCATORI: p.t. 37’ Masucci; s.t. 21’ Sansone, 35’ Filkor, 48’ Taddei.
TRIESTINA (4-4-2): Colombo; Antonelli, Cottafava, Malagò, Longhi; Bariti (s.t. 24’ Testini), Filkor, Dettori, Miramontes (s.t. 1’ Godeas); Marchi (s.t. 22’ Della Rocca), Taddei. A disposizione Viotti, D’Ambrosio, Gerbo, Gissi. All. Salvioni
FROSINONE (4-3-3): Frison; Guidi, Terranova, De Maio, Catacchini (s.t. 30’ Ben Djemia); Biso, Bottone, Beati; Masucci, Baclet (s.t. 41’ Cesaretti), Sansone (s.t. 33’ Di Tacchio). A disposizione Vaccarecci, Formato, Grippo, Di Carmine. All. Campilongo
ARBITRO: Tommasi di Bassano del Grappa (primo assistente Bianchi di Cosenza, secondo assistente Evangelista di Avellino, quarto ufficiale Merchiori di Ferrara).
NOTE Ammoniti Guidi, Malagò, Frison, Testini, Colombo, Catacchini, Baclet, Di Tacchio. Minuti di recupero: p.t. 1’; s.t. 4’. Calci d’angolo: 10-4 per la Triestina. Pomeriggio nuvoloso, terreno non ottimale. Spettatori 4500. Rigore calciato da Testini sulla traversa al 28’ p.t.
Continua la maledizione del Rocco per Salvioni che da quando siede sulla panchina alabardata non ha ancora vinto. Perché anche in quella ottenuta contro l’Ascoli lui era squalificato. Contro il Frosinone giunge un pari che equivale di fatto ad una sconfitta perché la classifica continua a piangere: ultimi con altre squadre invischiate nella lotta per la salvezza che portano a casa i tre punti. Come anche contro il Modena c’è da registrare un’ottima reazione sullo 0-2. Ma queste sono sfide da vincere a tutti i costi e se non si è riuscito a farlo significa che la classifica dell’Unione è in fondo giusta. Sabato scorso contro un Varese privo di 6 titolari era arrivato l’1-1, ora contro un Frosinone a cui mancavano sette giocatori è giunto il 2-2. Qualche scelta tecnica di Salvioni è apparsa anche questa volta incomprensibile (l’esclusione di Testini e Godeas su tutte). A meno di “miracoli” dunque l’Unione è destinata alla retrocessione. I gialloblù di Salvatore Campilongo scendono in campo con un 4-3-3, che diventa un 4-5-1 in fase difensiva, mentre i locali optano formalmente per il classico 4-4-2 in cui l’esterno offensivo Antonelli viene abbassato a terzino destro per lasciare spazio al giovane Bariti più avanti. Sulla fascia sinistra difensiva viene scelto in extremis il titolare Longhi – alle spalle di Miramontes - dopo che era stato annunciato alla vigilia l’impiego del tornante Testini (provato in settimana in tale ruolo). In attacco, però, non c’è inizialmente un attaccante di peso. Punta che entra al 1’ della ripresa quando Godeas rileva Miramontes. Il primo tempo è poco spettacolare non essendo le due squadre votate al gioco tecnico. I frusinati sono attenti, ordinati e corrono nel modo giusto, mentre l’Unione, che dovrebbe tessere la manovra per mantenere viva la fiammella minima della speranza-salvezza, viaggia sotto-ritmo. Non ci mette la dovuta aggressività e resta bassa, non facendo le sovrapposizioni auspicate sulle fasce. All’8’ Filkor sbroglia una situazione insidiosa in area giuliana dopo l’uscita vana di Colombo così da non dare la possibilità a Sansone di calciare. Passano tre minuti e si accende una mischia pericolosa in area triestina dopo un corner dalla sinistra sulla quale Baclet cerca (infruttuosamente) la deviazione. La prima conclusione del match arriva al 15’: Beati imbecca Sansone, il cui piattone dal limite è impreciso. Spunto di Taddei al 22’ e sul suo lancio Guidi anticipa Marchi a porta spalancata. La gara si sblocca nell’unica altra circostanza “emozionante” della prima frazione. L’unica in cui si vede un tiro in porta. Una dormita di Cottafava e Malagò fa sì che Masucci si infili in velocità tra di loro in modo da anticipare pure il portiere Colombo. Ed è 0-1. Nella ripresa spazio appunto a Godeas tra le fila di casa: l’Alabarda alza un po’ i ritmi, ma non fa pressione in modo continuato contro un avversario che si difende con determinazione. Lo stesso Godeas dà il là a un tentativo interessante, che però non produce alla fine qualcosa di veramente pericoloso al 7’ (mira alta dello stesso Ariete). Poi le conclusioni latitano e i ciociari possono allungare. Il bravo Biso pesca in area Sansone, che beffa il portiere Colombo con un tocco tra le gambe al 19’. E al 22’ Bottone appare incontenibile, ma il suo pallonetto va fuori. Mister Salvioni gioca le carte Della Rocca e Testini e arriva una scossa minima. Al 28’ Catacchini cala in area Testini ed è rigore: lo stesso Testini ci mette la forza e la palla sbatte sulla traversa senza insaccarsi. I rossoalabardati accorciano le distanze al 35’, quando Godeas difende bene palla in area e mette Filkor nelle condizioni di insaccare. Passa 1’ e Di Tacchio chiama Colombo alla deviazione in corner dai 22 metri. Negli ultimi minuti c’è il forcing della Triestina, che – con un minimo di orgoglio contro un Frosinone stanco - trova due tentativi alti e poi l’incredibile 2-2 con una sassata di Taddei dai venti metri.
FROSINONE 2
MARCATORI: p.t. 37’ Masucci; s.t. 21’ Sansone, 35’ Filkor, 48’ Taddei.
TRIESTINA (4-4-2): Colombo; Antonelli, Cottafava, Malagò, Longhi; Bariti (s.t. 24’ Testini), Filkor, Dettori, Miramontes (s.t. 1’ Godeas); Marchi (s.t. 22’ Della Rocca), Taddei. A disposizione Viotti, D’Ambrosio, Gerbo, Gissi. All. Salvioni
FROSINONE (4-3-3): Frison; Guidi, Terranova, De Maio, Catacchini (s.t. 30’ Ben Djemia); Biso, Bottone, Beati; Masucci, Baclet (s.t. 41’ Cesaretti), Sansone (s.t. 33’ Di Tacchio). A disposizione Vaccarecci, Formato, Grippo, Di Carmine. All. Campilongo
ARBITRO: Tommasi di Bassano del Grappa (primo assistente Bianchi di Cosenza, secondo assistente Evangelista di Avellino, quarto ufficiale Merchiori di Ferrara).
NOTE Ammoniti Guidi, Malagò, Frison, Testini, Colombo, Catacchini, Baclet, Di Tacchio. Minuti di recupero: p.t. 1’; s.t. 4’. Calci d’angolo: 10-4 per la Triestina. Pomeriggio nuvoloso, terreno non ottimale. Spettatori 4500. Rigore calciato da Testini sulla traversa al 28’ p.t.
Continua la maledizione del Rocco per Salvioni che da quando siede sulla panchina alabardata non ha ancora vinto. Perché anche in quella ottenuta contro l’Ascoli lui era squalificato. Contro il Frosinone giunge un pari che equivale di fatto ad una sconfitta perché la classifica continua a piangere: ultimi con altre squadre invischiate nella lotta per la salvezza che portano a casa i tre punti. Come anche contro il Modena c’è da registrare un’ottima reazione sullo 0-2. Ma queste sono sfide da vincere a tutti i costi e se non si è riuscito a farlo significa che la classifica dell’Unione è in fondo giusta. Sabato scorso contro un Varese privo di 6 titolari era arrivato l’1-1, ora contro un Frosinone a cui mancavano sette giocatori è giunto il 2-2. Qualche scelta tecnica di Salvioni è apparsa anche questa volta incomprensibile (l’esclusione di Testini e Godeas su tutte). A meno di “miracoli” dunque l’Unione è destinata alla retrocessione. I gialloblù di Salvatore Campilongo scendono in campo con un 4-3-3, che diventa un 4-5-1 in fase difensiva, mentre i locali optano formalmente per il classico 4-4-2 in cui l’esterno offensivo Antonelli viene abbassato a terzino destro per lasciare spazio al giovane Bariti più avanti. Sulla fascia sinistra difensiva viene scelto in extremis il titolare Longhi – alle spalle di Miramontes - dopo che era stato annunciato alla vigilia l’impiego del tornante Testini (provato in settimana in tale ruolo). In attacco, però, non c’è inizialmente un attaccante di peso. Punta che entra al 1’ della ripresa quando Godeas rileva Miramontes. Il primo tempo è poco spettacolare non essendo le due squadre votate al gioco tecnico. I frusinati sono attenti, ordinati e corrono nel modo giusto, mentre l’Unione, che dovrebbe tessere la manovra per mantenere viva la fiammella minima della speranza-salvezza, viaggia sotto-ritmo. Non ci mette la dovuta aggressività e resta bassa, non facendo le sovrapposizioni auspicate sulle fasce. All’8’ Filkor sbroglia una situazione insidiosa in area giuliana dopo l’uscita vana di Colombo così da non dare la possibilità a Sansone di calciare. Passano tre minuti e si accende una mischia pericolosa in area triestina dopo un corner dalla sinistra sulla quale Baclet cerca (infruttuosamente) la deviazione. La prima conclusione del match arriva al 15’: Beati imbecca Sansone, il cui piattone dal limite è impreciso. Spunto di Taddei al 22’ e sul suo lancio Guidi anticipa Marchi a porta spalancata. La gara si sblocca nell’unica altra circostanza “emozionante” della prima frazione. L’unica in cui si vede un tiro in porta. Una dormita di Cottafava e Malagò fa sì che Masucci si infili in velocità tra di loro in modo da anticipare pure il portiere Colombo. Ed è 0-1. Nella ripresa spazio appunto a Godeas tra le fila di casa: l’Alabarda alza un po’ i ritmi, ma non fa pressione in modo continuato contro un avversario che si difende con determinazione. Lo stesso Godeas dà il là a un tentativo interessante, che però non produce alla fine qualcosa di veramente pericoloso al 7’ (mira alta dello stesso Ariete). Poi le conclusioni latitano e i ciociari possono allungare. Il bravo Biso pesca in area Sansone, che beffa il portiere Colombo con un tocco tra le gambe al 19’. E al 22’ Bottone appare incontenibile, ma il suo pallonetto va fuori. Mister Salvioni gioca le carte Della Rocca e Testini e arriva una scossa minima. Al 28’ Catacchini cala in area Testini ed è rigore: lo stesso Testini ci mette la forza e la palla sbatte sulla traversa senza insaccarsi. I rossoalabardati accorciano le distanze al 35’, quando Godeas difende bene palla in area e mette Filkor nelle condizioni di insaccare. Passa 1’ e Di Tacchio chiama Colombo alla deviazione in corner dai 22 metri. Negli ultimi minuti c’è il forcing della Triestina, che – con un minimo di orgoglio contro un Frosinone stanco - trova due tentativi alti e poi l’incredibile 2-2 con una sassata di Taddei dai venti metri.