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Incendio doloso, distrutta l'auto di Marcello Cottafava

08 Aprile 2011
di vicedirettore

E' stata distrutta la scorsa notte

da un incendio di probabile origine dolosa l'automobile di Marcello Cottafava, difensore della Triestina. La vettura, un potente suv, era parcheggiata in una via del centro di Trieste, nei pressi delle Rive. Secondo i vigili del fuoco, il rogo e' attribuibile a un grosso petardo gettato nel bagagliaio dell'auto. Probabili responsabili, quattro giovani arrivati a bordo di motorini. Cottafava e' da mesi al centro di contestazioni da parte degli ultra'

Questa lo notizia battuta dall'Ansa poco dopo mezzogiorno.

 

Qualche ora dopo arriva il comunicato stampa dell'U. S. Triestina. Eccolo.
In relazione agli accadimenti di questa notte che hanno causato l’incendio doloso dell’autovettura del tesserato Marcello Cottafava a pochi passi dalla propria abitazione, l’U.S. Triestina Calcio S.p.A. intende pubblicamente esprimere la massima solidarietà e vicinanza al proprio calciatore e, segnatamente, ai congiunti dello stesso.

Contestualmente, la scrivente Società intende esprimere la più vibrata censura nei confronti di un gesto, criminale e vile, che ha distrutto non solo un bene di proprietà della famiglia Cottafava e di altri cittadini, ma anche e soprattutto l’immagine di una città considerata da sempre ed a pieno titolo esempio di civiltà e vivibilità.

Qualora le indagini delle Forze dell’Ordine confermassero una matrice legata ad una frangia di cosiddetti “pseudo-tifosi”, la società si sentirebbe profondamente colpita ed amareggiata dall’esser stata proprio malgrado strumentalizzata per dar corso ad atti delittuosi di tale gravità. Non è in alcun modo accettabile che il negativo andamento sportivo dell’U.S. Triestina Calcio, possa essere preso a pretesto da chicchessia per animare - finanche per tollerare - comportamenti criminali di qualunque natura.

Nel rimarcare la propria vicinanza alla famiglia Cottafava ed agli altri cittadini danneggiati, la Società auspica che tali accadimenti non abbiano modo di ripetersi e che ogni “espressione di tifo” rimanga sempre e solamente nell’alveo del buonsenso e della civiltà.